I poemi runici

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BUONA LETTURA

I poemi runici sono, come suggerisce il nome, delle composizioni poetiche che descrivono le rune. Ne esistono 3 principali, quello norvegese (13° secolo), quello islandese (15° secolo) e quello anglosassone (9° secolo). Quello norvegese ed islandese sono in lingua norrena (con, ovviamente, piccolissime varianti regionali, soprattutto il norvegese) e nominano le 16 rune del FUÞARK Recente, quello usato per la lingua norrena; quello anglosassone invece è nella lingua omonima (antico inglese) e nomina 29 delle 33 rune del FUÞORC utilizzato per la medesima.

Tali poemi non furono composti tanto per poesia quanto per memorizzare le rune e i loro nomi, difatti, più che narrare qualcosa, descrivono scene casuali, formando metriche poetiche diverse, ma sostanzialmente “non volendo dire nulla”. Sebbene questo blog tratti di cultura norrena, non mi sono limitato a tradurre solo quello norvegese e quello islandese, ma qui di seguito troverete anche quello anglosassone. Cominciamo dunque subito con quello norvegese: 


Il poema norvegese delle rune 


Il poema norvegese delle rune è il più “semplice” tra i tre, non contenendo kenningar (almeno, non per ogni stanza), ed essendo più simile al concetto moderno di poesia, essendo in rima e non in ljóðahattr (sistema poetico nordico di allitterazione) come quelli islandese e la maggior parte dei poemi nordici (molti poemi dell’Edda lo sono). La lingua è praticamente norreno, sebbene con già qualche differenza grafica o sostanziale (4a stanza: “rossom” è evolso dal norreno “hrossum”, nonché “Ræið” con “æi” è un’influenza dal sueonico – antico svedese – in quanto in norreno era “ei”, così come la declinazione in “-i” è già stata sostituita in “-e”, ed insomma, piccole differenze). Risale alle fine del 13° secolo, nel periodo di transizione netto verso il cristianesimo, difatti convivono tradizione (5a e 11a stanza) e monoteismo (7a stanza). Da notare la presenza di alliterazione (a volte distaccata da una parola) nella prima frase di ogni stanza, così come l’assenza di rima nella penultima, il che fa suggerire che forse la congiunzione “-er” del plurale non fosse letta. La prima parola di ogni stanza è il nome della runa, che io ho tradotto perché altrimenti il poema non avrebbe senso in italiano, e ho trascritto anche la runa vera e proprio di fianco.

Fé vældr frænda róge; | La ricchezza porta discordia tra i parenti.
    føðesk úlfr í skóge. il lupo dimora nella foresta.

Úr er af illu jarne; Lo scarto viene dal ferro cattivo;
   opt løypr ræinn á hjarne. 
spesso la renna corre sul suolo ghiacciato. 

Þurs vældr kvinna kvillu; | Il Gigante causa angoscia alle donne;
   kátr værðr fár af illu. 
la sfortuna rende allegri ben poco. 

Óss er flæstra færða La maggior parte dei viaggi va ad Est,
   fǫr; en skalpr er sværða. ma il fodero è per la spada.

Ræið kveða rossom væsta; Cavalcare è il peggio per i cavalli;
   reginn sló sværðet bæzta. 
le divinità forgiarono la spada migliore. 

Kaun er barna bǫlvan; L’ulcera è fatale per i bambini;
   bǫl gørver nán fǫlvan. 
la morte rende un corpo pallido. 

Hagall er kaldastr korna; La grandine è il chicco più gelido;
   Kristr skóp hæimenn forna. 
Cristo ha creato l’antico mondo. 

Nauðr gerer næppa koste; La necessità da ben poca scelt;
   nøktan kælr í froste. | un uomo nudo congela nel freddo. 

Ís kǫllum brú bræiða; Chiamiamo “ghiaccio” un ponte largo;
  blindan þarf at læiða. 
| i ciechi vanno guidati.

Ár er gumna góðe; L’abbondanza è un bene;
   get ek at ǫrr var Fróðe. 
per me Fróði è stato generoso.

Sól er landa ljóme; Il Sole è la luce delle lande;
   lúti ek helgum dóme. 
mi inchino innanzi agli dèi.

Týr er æinendr ása; Týr è un dio monco;
   opt værðr smiðr blása. 
spesso il fabbro soffia.

Bjarkan er laufgrønstr líma; La betulla ha le foglie più verdi;
   Loki bar flærða tíma. 
Loki ha avuto fortuna col suo inganno.

Maðr er moldar auki; L’uomo è una miscela di polveri;
   mikil er græip á hauki. 
gli artigli del falco sono possenti.

Lǫgr er, fællr ór fjalle Una cascata è un fiume che cade dal monte;
  foss; en gull ero nosser. 
gli ornamenti sono dorati.

Ýr er vetrgrønstr viða; Il tasso è il più verde degli alberi in inverno;
   vænt er, er brennr, at sviða. 
di solito scoppietta, quando brucia. 

Il poema islandese delle rune 


Il poema islandese invece, è un po’ più elaborato e complesso di quello norvegese e anche di quello anglosassone. Le prime tre frasi (“ok” significa “e”) sono in ljóðahattr, il sistema di tripla allitterazione poetica nordica, mentre l’ultima contiene sempre una parola in latino (la penultima) e ben declinata, evidente segno di ottima cultura del compositore. A causa del metro poetico, e alla funzione mnemonica del poema, le stanze non hanno molto significato, sono piuttosto brevi descrizioni attue a formare il sistema metrico poetico. Da notare che, sebbene sia stato compoto nel 15° secolo, quando il FUÞARK islandese conteneva ben più di 16 rune, nel poema sono presenti solo le 16 del FUÞARK per il norreno nell’epoca vichinga. La lingua si può considerare norreno puro, dacché la – breve – differenziazione tra norreno ed islandese si ebbe a partire dal 17° secolo. Come per il poema norvegese, la prima parola di ogni stanza è il nome della runa. 

Note: i Niflungar (Nibelunghi) e Ynglingar sono due stirpe mitologiche leggendarie. 

Fé er frænda róg ok flæðar viti La ricchezza è discordia tra gli amici e fuoco nel mare 
    ok grafseiðs gata, aurum fylkir. e la strada del serpente, sovrano d’oro. 

Úr er skýja grátr ok skára þverrir La pioggia è il pianto delle nuvole e la rovina del fieno
   ok hirðis hatr, umbre vísi. | e l’abominio dei pastori, condottiero nell’ombra. 

Þurs er kvenna kvǫl ok kletta búi Il Gigante è la tortura delle donne ed uno scalatore 
   ok varðrúnar verr, Saturnus þengill. e moglie delle Gigantesse, principe Saturno. 

Óss er algingautr ok ásgarðs jǫfurr, Dio è un antico Goto e principe di Ásgarðr 
   ok Valhallar vísi, Jupiter oddviti. e sire della Valhǫll, Giove consigliere distrettuale.

Reið er sitjandi sæla ok snúðig ferð Cavalcare è la gioia dei cavalieri e giorni veloci 
   ok jórs erfiði, iter ræsir. e fatica dei destrieri, iniziatore del viaggio.

Kaun er barna bǫl ok bardaga fǫr L’ulcera è fatale per i bambini ed un dolore trovato 
   ok holdfúa hús, flagella konungr. e dimora della sofferenza, flagello del re.

Hagall er kaldakorn ok krapadrífa La grandine è un gelido chicco ed una pioggia di nevischio
   ok snáka sótt, grando hildingr. e malattia del serpente, ghiaccio del condottiero.

Nauð er þýjar þrá ok þungr kostr La costrizione è il dolore delle schiave e stato d’oppressione
   ok vássamlig verk, opera Niflungr. ed un lavoro laborioso, opera dei Niflungar.

Íss er árbǫrkr ok unnar þak | Il ghiaccio è la corteccia dei fiumi e il tetto dell’onda 
  ok feigra manna fár, glacies jǫfurr. e la distruzione del condannato, cinghiale di ghiaccio.

Ár er gumna góði ok gott sumar L’abbondanza è un dono agli uomini ed una buona estate
   algróinn akr, annus allvaldr. e colture fiorenti, sovrintendente annuale.

Sól er skýja skjǫldr ok skínandi rǫðull Il Sole è lo scudo delle nuvole e un raggio splendente
   ok ísa aldrtregi, rota siklingr. e distruttore del ghiaccio, ruota dei sovrani.

Týr er einhendr áss ok ulfs leifar Týr è un dio monco ed avanzo del lupo
   ok hofa hilmir, Mars tiggi. e principe dei templi, Marte re.

Bjarkan er laufgat lim ok lítit tré La betulla è frondosa ed un piccolo albero
   ok ungsamligr viðr, abies buðlungr. ed un giovane arbusto, monarca degli abeti.

Maðr er manns gaman ok moldar auki L’uomo è la gioia dell’uomo e l’arricchimento della Terra
   ok skipa skreytir, homo mildingr. e l’adorno delle navi, sostenitore degli uomini.

Lǫgr er vellanda vatn ok viðr ketill L’acqua è un flusso vorticoso ed un vasto geysir
  ok glǫmmungr grund, lacus lofðungr. e terreno del pesce, sovrana del lago.

Ýr er bendr bogi ok brotgjarnt járn Il tasso è un arco piegato ed un fragile ferro
   ok fífu fárbauti, arcus Ynglingr. e la freccia dei Giganti, arco degli Ynglingar.

Il poema anglosassone delle rune


Il poema anglosassone delle rune, seppur simile come struttura a quelli di cultura norrena, è, giustamente, differente in composizione. Anzittuto fu composto prima dei sopraccitati, nel 9° secolo, epoca però in cui gli Anglosassoni erano già stati completamente cristianizzati; ne conseguen che sono assenti citazioni dalle dinività e sono invece presenti umili stanze di timore verso Dio. Inoltre, non è “completo”, dacché sappiamo che il FUÞORC anglosassone era compsoto da 33 rune, mentre qua ne sono descritte solo 29. La traduzione in questo caso è stata molto complessa ma è di prima mano: anche se non parlo perfettamente anglosassone, ne conosco bene la grammatica e molte parole in quanto patito di etimologie, linguistica e fraterno alla cultura inglese; perciò, con molto sforzo e, lo ammetto, l’ausilio di un dizionario, ho proceduto con la traduzione diretta dall’anglosassone. Sempre per lo stesso motivo, ovvero, non perdere significato con le traduzioni “di seconda” (o terza) mano. Questo va sottolineato perché, se per il norreno vado sul sicuro di tradurre benissimo, qui avrei potuto fraintendere qualcosa, ammetto di non esserne un totale esperto. Se il significato letterario del poema fosse molto importante mi sarei rivolto a qualche esperto di lingua anglosassone, invece, dato che lo scopo del poema è imparare le rune, ergo il suo significato letterario non è importantissimo, ho proceduto a tradurre io stesso. La lingua anglosassone, per chi non lo sapesse, è la lingua germanica antenata dell’inlgese, parlato in Britania dal 450 al 1050 d.C. circa, portata dagli invasori Sassoni, fusasi col tempo ai precedenti presenti celtico britannico e latino, nonché poi col norreno duranre le invasioni vichinghe e con l’antico e medio francese durante le guerre e i rapporti commerciali con la Francia e divenuto, appunto, coi secoli, l’inglese che oggi conosciamo.

Feoh byþ frofur fira gehwylcum; La ricchezza è di conforto ad ogni uomo;
    sceal ðeah manna gehwylc miclun hyt dælan anche se ogni uomo deve condividerla apertamente 
    gif he wile for drihtne domes hleotan. se vuole ottenere un briciolo della gloria del Signore.

Ur byþ anmod ond oferhyrned, Il toro è testardo e cornuto,
    felafrecne deor, feohteþ mid hornum bestia selvaggia, che lotta con le corna,
    mære morstapa; þæt is modig wuht. guardiano dei prati; è una creatura coraggiosa.

Ðorn byþ ðearle scearp; ðegna gehwylcum La spina è molto affilata; è malvagia
   anfeng ys yfyl, ungemetum reþe per chi prova a tagliarla, crudelmente senza pietà
   manna gehwelcum, ðe him mid resteð. per chiunque arrivi e ci provi a riposare sopra.

Os byþ ordfruma ælere spræce, Dio è la sorgente di ogni lingua,
   wisdomes wraþu ond witena frofur pilastro della saggezza e sostegno dei saggi,
   and eorla gehwam eadnys ond tohiht. e fiducia e prosperità per ogni cavaliere.

Rad byþ on recyde rinca gehwylcum Cavalcare è di conforto per ogni guerriero 
   sefte ond swiþhwæt, ðamðe sitteþ on ufan | della corte, ed è coraggioso colui che cavalca 
   meare mægenheardum ofer milpaþas. un possente destriero per molte miglia.

Cen byþ cwicera gehwam, cuþ on fyre La torcia è conosciuta da tutti per essere in fiamme,
   blac ond beorhtlic, byrneþ oftust bianca e brillante, spesso bruciando
   ðær hi æþelingas inne restaþ. laddove i nobili si riposano.

Gyfu gumena byþ gleng and herenys, I regali sono un elogio ed un onore per gli uomini, 
   wraþu and wyrþscype and wræcna gehwam offrono distinzione e felicità ad ogni povero
   ar and ætwist, ðe byþ oþra leas. misericordia e carne a chiunque sia libero da altri beni.

Wenne bruceþ, ðe can weana lyt | La gioia è goduta da coloro che poco sanno dei guai,
   sares and sorge and him sylfa hæfþ dolore e sofferenza e a coloro che hanno per sé stessi
   blæd and blysse and eac byrga geniht. profitto e benedizioni nella propria dimora.

Hægl byþ hwitust corna; La grandine è il più bianco dei chicchi;
   hwyrft hit of heofones lyfte, viene giù dalla brezza del Paradiso, 
   wealcaþ hit windes scura; le piogge nel vento la portano giù;
   weorþeþ hit to wætere syððan. dopodiché diventa acqua.

Nyd byþ nearu on breostan; La necessità è un peso sul petto;
   weorþeþ hi þeah oft niþa bearnum anche se spesso ai figli degli uomini
   to helpe and to hæle gehwæþre, viene per aiutare e guarire chiunque,
   gif hi his hlystaþ æror. se per tempo se ne erano preoccupati.

Is byþ ofereald, ungemetum slidor, Il ghiaccio è gelido, immensamente scivoloso,
  glisnaþ glæshluttur gimmum gelicust, luccica come il vetro, quasi come le pietre preziose,
  flor forste geworuht, fæger ansyne. è bello da guardare un pavimento congelato.

Ger byþ gumena hiht, ðonne God læteþ, L’anno nuovo è la felicità dell’uomo, se Dio concede,
  halig heofones cyning, hrusan syllan santo re dei cieli, concede la fertilità alla terra
  beorhte bleda beornum ond ðearfum. nel dare frutti ai poveri ed ai ricchi.

Eoh byþ utan unsmeþe treow, Il tasso è un albero dalla corteccia ruvida,
   heard hrusan fæst, hyrde fyres, duro, infisso nel terreno, guardiano dei fuochi,
   wyrtrumun underwreþyd, wyn on eþle. sostenuto dalle sue radici, una gioia per una dimora.

Peorð byþ symble plega and hlehter Il tablut è sempre giocare con allegria
   wlancum on middum, ðar wigan sittaþ | per gli orgogliosi guerrieri laddove siedono
   on beorsele bliþe ætsomne. nella sala della birra con allegria.

Eolh-secg eard hæfþ oftust on fenne Il falasco spesso cresce nelle paludi,
   wexeð on wature, wundaþ grimme, cresce nell’acqua, e nelle ferite cupe,
   blode breneð beorna gehwylcne brucia il sangue di ogni uomo
   ðe him ænigne onfeng gedeþ. | che prova a coglierlo.

Sigel semannum symble biþ on hihte, Il Sole è sempre speranza per i marinai,
   ðonne hi hine feriaþ ofer fisces beþ, quando si recano al di sopra del bagno dei pesci,
   oþ hi brimhengest bringeþ to lande. finché i loro cavalli di brina non li portano a riva.

Tir biþ tacna sum, healdeð trywa wel Tir è una stella guida, è bene fidarsi
   wiþ æþelingas; a biþ on færylde dei nobiluomini; è sempre in viaggio
   ofer nihta genipu, næfre swiceþ. sopra le nuvole notturne, senza tregua.

Beorc byþ bleda leas, bereþ efne swa ðeah La betulla è priva di frutti, anche se fa cadere 
   tanas butan tudder, biþ on telgum wlitig, cose senza semi, i suoi rami sono amabili,
   heah on helme hrysted fægere, la sua chioma è alta e dolcemente adorna,
   geloden leafum, lyfte getenge. carica di foglie, pressate dalla brezza.

Eh byþ for eorlum æþelinga wyn, I cavalli sono la gioia dei nobili e dei padri,
   hors hofum wlanc, ðær him hæleþ ymbe un destriero con belli zoccoli, se ha un buon cavaliere,
   welege on wicgum wrixlaþ spræce prospera nel cavalcare, si intrecciano i discorsi,
   and biþ unstyllum æfre frofur. sul conforto che da a c oloro che si muovono.

Man byþ on myrgþe his magan leof: L’uomo allegro è caro a suo fratello:
   sceal þeah anra gehwylc oðrum swican, anche se ognuno deve andare in posti diversi, 
   forðum drihten wyle dome sine perché il Signore desidera che, nel suo destino,
   þæt earme flæsc eorþan betæcan. la nostra misera carne sia lodata sulla Terra.

Lagu byþ leodum langsum geþuht, Le acque sembrano larghe agli uomini,
  gif hi sculun neþan on nacan tealtum se le affrontano con una nave instabile
  and hi sæyþa swyþe bregaþ e le onde del mare li terrorizzano
  and se brimhengest bridles ne gymeð. ed il cavallo di brina non si cura della sua briglia.

Ing wæs ærest mid East-Denum Ing fu il primo tra i danesi orientali
   gesewen secgun, oþ he siððan est visto dagli uomini, finché verso Est
   ofer wæg gewat; wæn æfter ran; non partì col suo carro; e lo seguirono;
   ðus Heardingas ðone hæle nemdun. così gli Heardingas lo nominarono.

Eþel byþ oferleof æghwylcum men, La patria è cara ad ogni uomo,
   gif he mot ðær rihtes and gerysena on se in essa può godere con la sua famiglia
   brucan on bolde bleadum oftast. di ciò che è giusto, dei suoi frutti.

Dæg byþ drihtnes sond, deore mannum, Il giorno è il messaggio del Signore, caro agli uomini,
   mære metodes leoht, myrgþ and tohiht la luce del Misuratore, l’allegria e la verità
   eadgum and earmum, eallum brice. ai ricchi ed ai poveri, è utile a tutti.

Ac byþ on eorþan elda bearnum La quercia è foraggio per la carne al mondo
   flæsces fodor, fereþ gelome per i figli degli uomini, spesso attraversa
   ofer ganotes bæþ; garsecg fandaþ il bagno delle sule; e il test delle lance decide
   hwæþer ac hæbbe æþele treowe. se la quercia è affidabile anche per gli uomini.

Æsc biþ oferheah, eldum dyre Il frassino è molto alto, caro agli uomini,
   stiþ on staþule, stede rihte hylt, dal tronco robusto, l’elsa fatta di esso rimane fissa,
  ðeah him feohtan on firas monige. anche se combatte contro molti altri uomini.

Yr byþ æþelinga and eorla gehwæs Un arco è per ogni nobile e ricco
   wyn and wyrþmynd, byþ on wicge fæger, gioia ed onore, va bene anche cavalcando,
   fæstlic on færelde, fyrdgeatewa sum. è un arnese ed un’arma adatta al viaggio.

Iar byþ eafix and ðeah a bruceþ L’aguglia è un pesce di fiume eanche se prende
   fodres on foldan, hafaþ fægerne eard il cibo sulla terra, possiede un’amorevole casa
   wætre beworpen, ðær he wynnum leofaþ. nelle acque profonde, dove vive in pace.

Ear byþ egle eorla gehwylcun, La tomba è orribile per ogni nobile,
   ðonne fæstlice flæsc onginneþ, quando la sua carne si indurisce,
   hraw colian, hrusan ceosan il corpo si raffredda, la terra viene scelta
   blac to gebeddan; bleda gedreosaþ, e il pallore è il suo compagno; la frutta cade,
   wynna gewitaþ, wera geswicaþ. la gioia diparte, umano, cessa di esserlo.

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