I vegetali nella cultura norrena

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BUONA LETTURA

Prefazione


I norreni, come gli scandinavi odierni, avevano un amore particolare per la natura, esplicitato sia nel rispetto per gli animali sia nel sostegno alle piante. In Scandinavia, a discapito di quanto si possa pensare a causa del clima rigido, vi è una grande varietà erboristica; nonostante ciò, i norreni associarono agli dèi anche molti altri alberi non natî delle loro terre (ad esempio il lino). Basti pensare che la stessa erba comune veniva considerato il “pelo della terra” e perciò ne racchiudeva l’intera forza primordiale. A causa della loro importanza, i vegetali erano spesso sacrificati in quanto ritenuti doni agli dèi grati esattamente quanto gli altri esseri viventi.

Frassino (Askr)


È forse il vegetale più importante di tutta la cultura nordica. Un frassino è Yggdrasill, l’Albero Cosmico, ove Óðinn fu impiccato per acquisire la conoscenza e donarla ai viventi. Il primo uomo creato si chiama Askr, che vuol dire proprio “frassino”; l’importanza di questo albero è data anche dal fatto che “askr” è un sinonimo per “albero” (“tréð”) per antonomasia. Molto utilizzato nella creazione di armi per rituali, parti di casa, accessori d’abbigliamento e simili, era associato anche a moltissime proprietà mediche, da medicina per la febbre ad aiuto per la gravidanza. Albero associato a tutte le divinità. (Yggdrasill è approfondito in un altro mio post).

Olmo (Álmr)


L’albero dei guerrieri. Molto diffuso come paragone e kenning di potenza, forza e virilità. Quest’albero è famoso quasi quanto il frassino, difatti la prima donna creata si chiama “Embla”, dal significato di “olmo”. Veniva usato nella medicina norrena come rimedio per l’impotenza e come stimolante alla virilità nei giovani. Veniva inoltre utilizzato per svariate armi rituali. Albero associato perlopiù a Týr, dio della guerra, ma anche ad Óðinn e Freyja.

Tasso (Ýr)


Altro vegetale molto importante, che i norreni credevano fosse in grado di purificare e allontanare il male in quanto velenoso. È associato ad Ullr, dio della caccia, in quanto ottimo per la creazione degli archi, delle frecce, delle lance e dei manici d’ascia; infatti Ullr dimora in Ýrdalir, “valli del tasso”. La sua importanza si rispecchia anche nel nome della runa per la Y, ovvero Ýr. A causa della sua velenosità non è mai stato utilizzato come medicinale, piuttosto come veleno.

Quercia (Eikr)


Albero usato come paragone di longevità e resistenza ed associato a Þórr in quanto capace di resistere molto bene ai fulmini. Molto spesso venivano creati interi querceti consacrati a Þórr. Per simboleggiare la fine dell’esistenza ma l’inizio della vita nell’aldilà, data la resistenza millenaria della quercia, le pire funebri erano (e sono) composte interamente del suo legno. Veniva utilizzata inoltre in molte medicine.

Melo (Apaldr)


Albero associato dai norreni alla femminilità ed alla fecondità. In realtà non godeva di estrema importanza quanto i sopracitati, va citato in ogni caso il fatto che i frutti dell’eterna giovinezza di cui si nutrono gli dèi sono proprio delle mele, custodite da Iðunn. Ci sono innumerevoli esempi di utilizzo del melo e dei suoi frutti come rimedio alla fertilità, il più famoso è quello di Vǫlsungr (capostipite del celeberrimo ætt dei Vǫlsungar), che fu generato grazie alla resa fertile di sua madre da alcune mele offertegli da Frigg. Proprio Frigg è la dea associata a tale albero.

Vischio (Mistilteinn)


Da citare assolutamente per la sua importanza cosmica. Di vischio infatti fu il dardo che uccise Baldr (scagliato da Hǫðr), in quanto il vischio fu l’unica pianta a non giurare a Frigg di non nuocere a Baldr. Non per cattiveria, ma perché il primo ramoscello di vischio, definito “esule ma bello”, le sfuggì, in quanto nascosto da un’altra pianta non ben specificata. Loki lo venne a sapere, ne fece un dardo e lo fece scagliare da Hǫðr contro il Dio Luminoso. Oltre a questa faccenda, il vischio godeva di fama negativa perché è una sorta di parassita che succhia la linfa agli alberi che lo ospitano.

Lino (Lín)


Pianta non natia delle terre norrene ma perfettamente integrata nella cultura in quanto pregiata ed estremamente luminosa. Di lino è l’abito da sposa (brúðarlín, letteralmente “lino da sposa”), di lino sono gli abiti delle valchirie e di lino sono tutti i tessuti benevoli della mitologia. Come il melo, veniva usato in medicina come rimedio alla fertilità, tuttavia era un rimedio destinato alle nobili, in quanto molto costoso, pertanto poco diffuso. I norreni più benestanti venivano bruciati in tuniche di lino dopo la morte. Associato, oltre che alle valchirie, anche a Freyja e Freyr, dèi della fertilità.

Aglio e porro (Laukr)


Va premesso che i norreni non facevano distinzione (simbolica, ovviamente) tra il porro e l’aglio, difatti la parola per indicarli è la medesima. Le loro proprietà sono simili a quelle di tutte le culture europee: respingono il male, donano protezione divina e sono ricchi di proprietà curative. Infatti, soprattutto l’aglio, è forse uno dei veri rimedi antibatterici più efficaci ed antichi del mondo. A causa delle loro elevate proprietà curative sono associati a Gefjun e Sifjǫn, dee della medicina.

Grano (Korn)


Altro vegetale non natio della Scandinavia ma perfettamente integrato. Ritenuto dai norreni una variante dell’orzo, più pregiata ma meno curativa, veniva spesso usato come dono nei sacrifici per l’agricoltura. Infatti il classico blót per Freyr dei contadini era costituito da spighe di grano bianco. Di grano fu il primo bjórr (antenato del sidro derivato della birra) norreno conosciuto, probabilmente a causa di un’annata di orzo andata male o di tentativi di sperimentazione. Viene associato a divinità minori derivate da quelle del Sud, e molto utilizzato nei rituali “esoterici” della Valland, nome dei norreni per il resto d’Europa non germanica.

Orzo (Bygg)


Pianta importantissima in quanto necessaria per la birra, viene associato sia alla rinascita a causa della fermentazione, sia alla caccia a causa del suo periodo di maturazione e utilizzo come cibo da portare con sé. All’orzo è dedicato il nome di una Luna, la Bygsmáni, appunto la “Luna dell’Orzo”. Veniva spesso sacrificato, quel che sopravviveva all’inverno, nel Sigrblót, blót molto importante dedicato ad Óðinn per la vittoria o la sopravvivenza alla stagione della guerra.

Fonti scritte


Non saprei proprio cosa citare, se avete dubbi chiedetemelo direttamente. 

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