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Heill, il saluto d’incontro di
base, così si coniuga:
- Heill quando si saluta un maschio;
- Heil quando si saluta una femmina;
- Heilir quando si saluta un gruppo
di maschi;
- Heilar quando si saluta un gruppo
di femmine;
- Heil quando si saluta un gruppo di
entrambi i sessi.
La differenza tra L singola e doppia si sente, esattamente come si
sente nelle parole italiane “malloppo” e “melo”. La H si
pronuncia aspirata come in inglese/tedesco e non muta come in
italiano.
Ad un incauto lettore, “heill” può ricordare il saluto
nazista “heil”. Ciò non è del tutto infondato; in quanto il
tedesco “heil” e l’inglese “hail” sono entrambi discendenti
del norreno “heill”; tuttavia, essendo sinonimi arcaici e quindi
poetici, sono, ed erano anche negli anni ’30, poco usati, e
probabilmente per questo fu adottato dai nazisti (il normale saluto
in tedesco è “hallo”, come in inglese è “hello” –
l’inglese dispone anche della contrazione “hi” di “hail”,
ormai divenuta d’uso comune – ed era così anche all’epoca).
Inoltre, la pronuncia non è – in italiano – “hail” bensì
“heill”, in quanto “ei” letto “ai” è tipico del tedesco
e non è la pronuncia del norreno.
Altra questione è il congedo. I norreni, fino al 1000 d.C.
circa, prendevano congedo con “addio”. Era in uso farvellr,
una contrazione poetica divenuta di uso comune di “fara
[pronome] vel”, letteralmente
“viaggia bene”, che si traduce in addio; da cui discendono
l’inglese “farewell”, lo svedese “farväl” ed il
norvegese/danese “farvel”, oggidì usati tutti in situazioni
d’addio assoluto.
La declinazione di farvellr è identica a quella di heill:
- Farvell quando si prende congedo da
un maschio;
- Farvel quando si prende congedo da
una femmina;
- Farvelir quando si prende congedo
da un gruppo di maschi;
- Farvelar quando si prende congedo
da un gruppo di femmine;
- Farvel quando si prende congedo da
un gruppo di entrambi i sessi.
Dopo del 1000 d.C. circa, il saluto mutò in heill
(con le sue declinazioni) anche per il congedo, per poi tornare in
farvel (evoluto, non più norreno) nelle
lingue discendenti; fino all’influenza francese del 1800, che
instaurò l’utilizzo di adjö nello
svedese, derivato da adieu (si leggono
difatti uguali), ma non usato come addio, bensì come congedo. In
seguito venne creato anche adjø per il
norvegese sotto influenza dallo svedese,
che tuttavia non venne mai utilizzato molto: oggidì in Norvegia si è
tornati perlopiù all’utilizzo del comune saluto
per prendere congedo, variabile di zona in zona.
2 comments:
Il tuo sito e fantastico, sto imparando molto.
Grazie!
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