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Il calcolo del tempo nella cultura norrena

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BUONA LETTURA

I norreni suddividevano, come noi oggi, l’anno in 12 mesi; tuttavia non avevano quattro stagioni, bensì solo due, inverno ed estate, corrispettivamente skammdegi (giorni brevi) e nóttleysi (senza notte). Inoltre, l’inizio e la fine dei mesi non combaciava con la nostra. L’anno terminava il 14 ottobre ed iniziava il giorno dopo con il Vetrablót per festeggiare l’anno nuovo (come il nostro Capodanno). L’età non veniva contata in “anni’’, bensì in “inverni’’; ma questo solo fino al 900 d.C. circa (per gli umani: per i cavalli, l’età viene contata in inverni ancora oggi in Islanda). I giorni della settimana erano 7, e sono elencati alla fine di questa nota.

Nota: il nomi dei mesi, in norreno, si scrivono con la minuscola, come in italiano, anche quando derivano da nomi di persona di divinità (sólmánuðr, per esempio, deriva dalla dea Sól). Stessa cosa vale per le stagioni e anche per i giorni della settimana, di cui 6 su 7 derivano da nomi di divinità.

Lista dei mesi


Passiamo ora ai veri e propri mesi, che, come detto sopra, non combaciano per inizio e fine coi nostri.

Tuttavia, qui ho usato l’ordine del calendario gregoriano (inizia dunque col terzo mese norreno).

Mǫrsugr – dal 15 dicembre al 13 gennaio
3° mese dello skammdegi, il cui nome significa “succhia mǫrr’’. Il mǫrr è una sorta di riserva di grasso e carne di maiale, vitello e talvolta anche pesce. Era la tipica riserva di carne norrena. Alla fine del mǫrsugr, a cavalo con l’inizio del þorri, vi è una delle festività più importanti dell’etenismo norreno: lo Jólablót, il sacrificio di metà inverno (il mǫrsugr è il 3° mese d’inverno, e, durando 6 mesi le stagioni norrene, alla sua fine si è esattamente alla metà dell’inverno).

Þorri – dal 14 gennaio al 14 febbraio
4° mese dello skammdegi, il cui nome significa letteralmente “gelido” (da non confondere con “þórr”, che vuol dire “tuono”). Col tempo, essendo gennaio/febbraio un periodo gelido nel Nord, la parola þorri venne anche utilizzata per indicare le foreste congelate o innevate, similarmente alla parola “hjarn”, che indica il suolo congelato, e “nífl”, che indica la nebbia congelata. Alla fine del þorri vi era un blót dedicato a Þórr, e tradizionalmente durante il þorri si mangiava il Þorramátr, una selezione di cibi tradizionali (incluso il mǫrr visto sopra) adatti all’inverno.

Gói – dal 15 febbraio al 14 marzo
5° mese dello skammdegi, il cui nome deriva da Gói Þórsdóttir, figlia di Þórr. Alla fine del Gói vi è un blót che inizialmente fu tenuto per ritrovare la perduta Gói, chiamato Góablót.

Einmánuðr – dal 15 marzo al 14 aprile
6° mese dello skammdegi, il cui nome significa “mese unico / singolo’’, ad indicare proprio che non v’è nulla di particolare in questo mese. Segna la fine dello skammdegi e l’inizio dello nóttleysi, e a cavallo tra einmánuðr ed harpa vi è la Hǫkunótt, la notte che sancisce l’inizio dell’estate (nóttleysi).

Harpa – dal 15 aprile al 14 maggio
1° mese dello nóttleysi, il cui nome deriva da Harpis, un’antica dea germanica della flora il quale culto tuttavia non era molto seguito dai norreni. Il primo giorno di harpa (15 aprile), subito dopo la Hǫkunótt, a cavallo tra einmánuðr ed harpa (14 e 15 aprile) vi è la festa per celebrare il Sumardagrinn Fyrsti, ovvero il Primo Giorno d’Estate.

Skerpla – dal 15 maggio al 14 giugno
2° mese dello nóttleysi, il cui nome deriva da Skerplis, un’altra antica dea germanica della terra il quale culto non era molto seguito dai norreni.

Sólmánuðr – dal 15 giugno al 14 luglio
3° mese dello nóttleysi, il cui nome significa letteralmente “mese del Sole’’.
Alla fine del sólmánuðr vi era il Sigrblót, blót importantissimo dedicato ad Óðinn.

Heyannir – dal 15 luglio al 14 agosto
4° mese dello nóttleysi, il cui nome significa “mese del fieno’’. Questo era l’inizio della trilogia dei mesi delle dispense, e si chiamava perciò inizialmente Fyrstmánuðr, “primo mese’’. Il nome fu cambiato probabilmente per la confusione che ne derivava dal fatto che l’inizio dell’anno è con il gormánuðr e perciò heyannir in realtà è il 10° mese dell’anno. Alla fine dello heyannir vi era il Várblót, dedicato alla dea Vár e a Freyr e Freyja e festeggiato soprattutto dai contadini.

Tvímánuðr – dal 15 agosto al 14 settembre
5° mese dello nóttleysi, il cui nome significa “secondo mese’’. Per motivi sconosciuti, il nome del 
mese non fu cambiato e rimase dunque anche in islandese medievale col significato di “secondo mese della dispensa’’ (vedi sopra, la trilogia della dispensa).

Haustmánuðr – dal 15 settembre al 14 ottobre
6° ed ultimo mese dello nóttleysi, il cui nome significa “mese d’autunno’’. Come detto sopra, i nomi dello heyannir e dello hastmánuðr sono tardivi; infatti i norreni non avevano il concetto di autunno, ma mutarono la parola “hausti” dall’anglosassone “heoste” derivato a sua volta dal latino “auptum”. Alla fine dello hastmánuðr, e dunque alla fine dell’anno, vi era il Vetrablót, una delle festività norrene più importanti: il Capodanno norreno.

Gormánuðr – dal 15 ottobre al 14 novembre
1° mese dello skammdegi e dell’anno norreno, il cui nome significa “mese congelato’’. Alla fine del gormánuðr, eccetto che in Islanda, vi era lo Álfablót, un sacrificio dedicato agli elfi per la protezione dei propri defunti, di ambito privato. Difatti era una festività/sacrificio a cui solo i membri della propria famiglia o stirpe (ætt) poteva assistere.

Frermánuðr – dal 15 novembre al 14 dicembre
2° mese dello skammdegi, il cui nome significa “mese di Freyr’’. Mese in pieno inverno, non prevedeva alcuna festività particolare, né segni distintivi.

Lista dei mesi secondo il calendario norreno


Per una consultazione più pratica, elencherò anche la lista dei mesi nell’ordine norreno.

1° - Gormánuðr - 1° di inverno (skammdegi).
2° - Frermánuðr - 2° di inverno (skammdegi).
3° - Mǫrsugr - 3° di inverno (skammdegi).
4° - Þorri - 4° di inverno (skammdegi).
5° - Gói - 5° di inverno (skammdegi).
6° - Einmánuðr - 6° d’inverno (skammdegi).
7° - Harpa - 1° d’estate (nóttleysi).
8° - Skerpla - 2° d’estate (nóttleysi).
9° - Sólmánuðr - 3° d’estate (nóttleysi).
10° - Heyannir - 4° d’estate (nóttleysi).
11° - Tvímánuðr - 5° d’estate (nóttleysi).
12° - Haustmánuðr - 6° d’estate (nóttleysi).

I giorni della settimana


Ultimi, ma non meno importanti, i giorni della settimana. Hanno una certa importanza poiché influenzarono il nomi di quelli anglosassoni; i bretoni fino alla conquista norrena/normanna utilizzavano i nomi latini. La settimana iniziava la domenica (ovvero il sunnudagr). L’ordine qui riportato è il nostrano, col lunedì per primo.

Mánadagr - Lunedì, Giorno della Luna (di Máni).
Il mánadagr è il giorno dedicato a chi preferisce la notte al giorno, i cosidetti “mahenðr’’ o “nætrlífir’’.
Máni è il figlio di Mundilfœri, fratello di Sunna, condannato dagli Asi a trainare il carro della Luna, inseguito dal lupo Hati figlio di Fenrir, che lo divorerà durante il Ragnarøkk. Máni rapì due ragazzi da Miðgarðr per fargli gestire le fasi lunari, Bil e Hjúki.
Da mánadagr derivano Mōnedæg in anglosassone, måndag/mandag in scandinavo e Monday in inglese.

Týsdagr - Martedì, Giorno di Týr Hymisson.
Il týsdagr è il giorno dei fabbri e dei gioiellieri.
Týr è uno degli dèi più importanti della stirpe degli Asi in quanto tra i governatori di Ásgarðr; figlio del Gigante Hymir sebbene a volte detto figlio di Óðinn, viene associato alla guerra e alle prove di coraggio, visto il suo gesto eroico nel porre la mano destra nella bocca di Fenrir come garanzia, mano che infatti perse quando gli altri Asi lasciarono incatenato il Lupo.
Da týsdagr derivano Tīwesdæg in anglosassone, tisdag/tirsdag in scandinavo e Tuesday in inglese.

Óðinsdagr - Mercoledì, Giorno di Óðinn Borsson.
Lo óðinsdagr è il giorno dei maghi e dei colti/saggi.
Óðinn non ha certo bisogno di descrizioni; ma tra le sue molteplici abilità e doti, il giorno a lui dedicato è particolarmente spinto verso la magia e la saggezza, difatti tradizionalmente le consacrazioni a goði/gyðja avvengono in óðinsdagr. È un giorno propizio anche per i rituali che fanno uso di seiðr e per lo studio.
Da óðinsdagr derivano Wōdnesdæg in anglosassone, onsdag in scandinavo e Wednesday in inglese.

Þórsdagr - Giovedì, Giorno di Þórr Óðinsson.
Il þórsdagr è il giorno dei guerrieri e protettori.
Þórr è il primogenito di Óðinn e Jǫrð, dio del tuono, protettore sia degli Asi sia dell'umanità in quanto in continua lotta coi Giganti, spesso definito il più forte tra tutti gli esseri divini. Possiede il famoso martello da guerra ad una mano Mjǫllnir, la cintura Megingjǫrð e i guanti Járngreipr che sono tutti oggetti atti al combattimento. Le spedizioni di razzia (víkingr) partivano spesso di þórsdagr per il favore di Þórr.
Da þórsdagr derivano Þunresdæg in anglosassone, torsdag in scandinavo e Thursday in inglese.

Frjádagr - Venerdì, Giorno di Freyja o di Frigg.
Il frjádagr è il giorno dell'amore e della fertilità.
Frjádagr rimane un dilemma: difatti, “frjá-” potrebbe derivare sia da “Frîjâ”, che è il proto-norreno di Freyja, sia da “Frijja” che è il genitivo, sempre proto-norreno, di “Frijjo”, ovvero Frigg. Visto che i nomi latini dei giorni combaciano come divinità o proprietà con quelli norreni (eccetto laugardagr), si può dedurre che è quasi sicuramente il giorno di Freyja, in quanto Venere (Veneris dies, venerdì) è la dea dell’amore e della fertilità; qualità associate più a Freyja che a Frigg, a cui si associano la saggezza ma soprattutto la divinazione in quanto è una chiaroveggente, sa più di suo marito Óðinn stesso; ma con l’amore non c’entra molto. Nonostante ciò, è più attestato il culto di Frigg che di Freyja durante il frjádagr ed è ritenuta più valida l'origine del nome da “Frijja dag” che da “Frîjâ dag” (Frijja è genitivo, Frîjâ nominativo).
Da frjádagr derivano Frigedæg in anglosassone, fredag in scandinavo e Friday in inglese.

Laugardagr - Sabato, Giorno del Bagno.
Non è dedicato a nessuna divinità: difatti “laugi” (genitivo: laugar) vuol dire letteralmente “bagno”. Farsi il bagno di laugardagr era ed è ancora una tradizione molto forte. Il laugardagr era anche il giorno in cui terminava la settimana e dunque ci si poteva concedere un po’ di riposo nella serata, nonché andare a bere insieme ad altri, e simili. (Nota bene: non c’erano giorni di riposo nella cultura norrena. I norreni, come gli scandinavi moderni e i germanici in generale, erano un popolo amante del lavoro).
Questo è l’unico giorno norreno da cui non deriva il corrispettivo inglese: in anglosassone il sabato infatti è Sæternesdæg, dal latino Saturnis dies, da cui è derivato Saturday, ovvero, il giorno di Saturno (in italiano “sabato” viene dall'ebraico “shabát”… e vabeh). Tuttavia ne discendono lo svedese lördag, il danese/bokmål lørdag, il nynorsk laurdag e il faroese leygardagur (oltre che l’ovvio islandese laugardagur).

Sunnudagr - Domenica, Giorno del Sole (di Sól).
Il sunnudagr è dedicato a chi preferisce il giorno alla notte, i cosiddetti “degalífir’’ o “dagslífandir”.
Sól è la figlia di Mundilfœri, sorella di Máni, condannata dagli Asi a trainare il carro del Sole; viene inseguita dal lupo Skǫll figlio di Fenrir, che la divorerà durante il Ragnarøkk, anche se Sól partorirà una figlia prima che ciò accada. Il carro di Sól viene trainato dai cavalli Arvarkr e Alsviðr e intorno al complesso carro-Sole è posto lo scudo Svalinn, senza il quale Grímnir (Óðinn) afferma che Miðgarðr brucerebbe.
Il nome sunnudagr deriva dal nome germanico di Sól ovvero Sunna, divenuto poi proto-norreno Sōwilō (nome anche della runa ᛋ in ᚠᚢᚦᚨᚱᚲ antico) e infine Sól ma senza che ciò influenzasse il nome del giorno.
Da sunnudagr derivano Sunnandæg in anglosassone, söndag/søndag in scandinavo e Sunday in inglese.

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